DAY 15: last day in Esfahan – Iran

E’ ora di lasciare la “città a metà del mondo” che ci ha accolto tra moschee, minareti dai toni blu e turchesi, tra piazze infinite e bazaar pulsanti…

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Un immenso grazie a chi ci ha fermato per strada, a chi ci ha parlato raccontandoci un pezzetto di sè, a chi ci ha accompagnato nelle nostre molteplici destinazioni, a chi ci guidato in giro per la città, a chi ci ha svelato i tanti segreti e le mille tradizioni…

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A proposito di cibo…

Come avrete oramai capito, in Iran l’ospite è sacro, si considera “Habib-e Khoda” (amato da Dio) ed è il benvenuto. Tutti i nostri nuovi amici, da Samir a Bahram, ci hanno messo completamente a nostro agio offrendoci cibo dopo averci fatto accomodare su tappeti che coprivano tutta la stanza o sui takht, divani bassi di legno, anch’essi ricoperti di tappeti.
La gastronomia iraniana è antichissima, 2500 anni di prestigiose tradizioni che vengono trasmesse da madre in figlia.

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Fino ad oggi, tutti i nostri pasti sono stati accompagnati da nun (pane) o chelo (riso). Il nun costa poco e di solito è fresco. Ci è piaciuto tantissimo il taftun, croccante e scanalato in superficie, che si porta in mano, sotto le ascelle, senza copertura, così come ti viene venduto. E’ così buono che ogni volta lo mangiamo in strada ancor prima di arrivare alla moto.

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Il chelo è, invece, riso bollito o cotto al vapore, piatto base dei pasti iraniani, servito in porzioni abbondanti e accompagnato da vari sughi o come guarnizione del Kebab.
I sughi o le salse non sono mai pesanti e l’uso delle spezie è molto sapiente e raffinato perché i profumi non coprono mai il sapore degli ingredienti principali. Le salse non sono mai piccanti, forti o aggressive. A volte si aggiunge una goccia di acqua di rose o di succo di melograno. Sono salse coloratissime: rosse se hanno una base di pomodoro, verdi se a base di erbe o verdure, giallo splendente se cucinate con lo zafferano.
Ci spiegavano che abbinare le spezie è un’arte nella cucina iraniana e bisogna sempre unire un ingrediente caldo con uno freddo per garantire il massimo equilibrio del corpo.
Mangiamo spesso il Kebab che qui di solito è di carne macinata unita a cipolla e servito con il pane e le verdure, il Mazè composto da sabzi ,verdure fresche e erbe aromatiche, il Mast ovvero yogurt condito con varie verdure ed il Torshi’, verdure sotto sale e/o aceto.
Infine si finisce sempre con il chay (il tè) che di solito viene servito con una coppetta di ghand (pezzi di zucchero).

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Infatti, secondo le leggi iraniane dell’ospitalità è doveroso offrire almeno una tazza di tè prima di iniziare un qualsiasi discorso… nel nostro caso persino prima di un giro in moto!!

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DAY 14: Spotted in Esfahan

Piacevoli e casuali incontri al famoso ristorante Bastani ad Esfahan di tre coraggiosi connazionali impegnati al ‪#‎mongolrally‬
Buona strada e a presto ‪#‎flaneurs_gds‬ !!!

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DAY 12: HAMADAN – Iran

Abbiamo visitato il bazaar di Hamadan e lì, come spesso succede, abbiamo fatto amicizia con alcuni negozianti che ci hanno addirittura invitato a pranzo a casa loro.
Samir, la ragazza che balla con me in foto, ha cucinato per noi kebab, riso iraniano, pomodori arrostiti, insalata iraniana con pasta e verdure, pane iraniano, frutta e per finire il thè.

ok
Abbiamo fumato, ballato e scherzato. Poi siamo andati in un parco in montagna dove c’era la cascata in compagnia del fidanzato di Samir, di suo fratello e della socia al bazaar.
Abbiamo concluso la giornata con un pò di sano shopping al bazaar e una cena divertente in città.

okkk

Ovviamente Coco ha fatto fare un giro in moto a tutti prima di salutarli.
Che dire? una goduria!

okk

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DAY 11: HAMADAN – Iran

Russo e l’equilibrio precario…

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DAY 11: HAMADAN – Iran

Anche oggi percorrendo le strade iraniane abbiamo fatto tanti incontri ed abbiamo trovato nuovi amici.
Partiti stamattina da Sanandaj,abbiamo fatto la prima sosta a Kamyaran dove un enorme gruppo di persone ci ha circondato offrendoci acqua e melone bianco.
Russo ha avuto varie richieste di selfie mentre io venivo intervistato e fotografato con o senza la nostra guest star (la moto).

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Ripartiti abbiamo raggiunto Kermanshah dove, per evitare di venir assaliti nuovamente, abbiamo preferito accostare e scendere ai margini di una strada a scorrimento veloce sedendoci sul prato. Non ci crederete… ma gli automobilisti si accorgevano della moto e ci cercavano con gli occhi per salutarci.
Siamo addirittura riusciti a provocare un tamponamento a catena!!!

Insomma ogni giorno qualcosa ci accade e, a prescindere dai luoghi bellissimi che abbiamo visitato, davvero abbiamo conosciuto la più varia umanità.

Per finire in bellezza arrivati ad Hamadan abbiamo subito trovato il nostro “navigatore del giorno” che oggi era in motorino e camicia rosa. Che figata!!!

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DAY 10: SANANDAJ – Iran

Oggi abbiamo percorso 400 km da Urmia a Sanandaj. Ci siamo fermati più volte. Coco mi fa scendere a “pascolare” ogni tanto ma non riusciamo mai a restare soli. Si avvicinano uomini donne e bambini per chiederci di tutto. Ormai “comprendo” benissimo il Farsi e rispondo “Italiana” o “Italia”.

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Inglese? Pochissimo. Gesti? Tantissimi! E poi sorrisi, abbracci, foto con figli e nonna al seguito.
La guest star?
Non io e men che meno Coco…ma la moto!
Poi certo anche noi veniamo immortalati, penso di essere presente nelle foto di almeno 400 persone da quando abbiamo messo piede in Iran.
Le donne mi guardano stupite e mi sorridono. In un bagno alla turca per strada una di loro mi ha detto di togliere tutto in quanto era impossibile entrare in quel bugigattolo con il velo, la palandrana e anche i pantaloni tecnici.
Ma la cosa ancora più stupefacente è che ci accompagnano ovunque.. se dobbiamo trovare la banca, l’hotel o un posto per mangiare.
E oggi addirittura a Bukan non solo c’è stato chi ci ha accompagnato in un posto iraniano per mangiare un kebab ma il proprietario non ha voluto nemmeno che pagassimo il pranzo.
E come ogni volta ripartiamo fra abbracci e saluti.

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Ed ancora a Sanandaj, usciti dall’hotel per cenare, abbiamo incontratoBahram Fayazian che ci ha accompagnato in un ristorante iraniano, ci ha fatto compagnia raccontandoci di lui e….ci ha offerto la cena non tenendo conto delle nostre insistenze.

Questo a riprova che viviamo di stereotipi stupidi…
In realtà il mondo è così simile, e spesso in tanti paesi ho avuto la riprova che la gentilezza e la cortesia gratuita verso lo straniero sono comportamenti che fanno parte di una quotidianità che spesso in Italia non sentiamo neanche con i nostri stessi connazionali…

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DAY 9: TABRIZ – Iran

Da giorni penso alla condizione delle donne…
Le donne turche che dovranno dimenticare quella apertura mentale che faceva di questo popolo degli illuminati differenziandoli dai loro vicini…
Quelle iraniane un tempo anche loro libere da qualsiasi costrizione e oggi così “naturalmente” rassegnate alla loro condizione…

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Ed è stato bello invece vederle ridere e giocare intorno a una moto e a due matti venuti dall’Italia, vederle scherzare sul mio “iranian style” o addirittura provare il mio casco e salire in groppa alla moto per vedere l’effetto che fa…
Si sono prolungate in mille ringraziamenti, ma sono io a ringraziarle perché in mezzo a loro mi sono sentita bene e per la prima volta non le ho guardate con stupida commiserazione.

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DAY 7: Monte Ararat – Turkey

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DAY 4: AMASYA – Turkey

Oggi abbiam percorso 500 km e siamo giunti a Amasya.
Serata di sano relax e narghilé in piena tradizione turca… ma noi ridiamo ancor prima di fumare!!! 😀

#followus #followcocoontheroad #amasya #turchia #tobecontinued

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DAY 3: ISTANBUL – Turkey

Dopo aver atteso in Grecia notizie sulla situazione, siamo in Turchia.
Nessun problema apparente ad eccezione di un traffico notevole (al punto che la temperatura della moto è andata su di una tacca!!).
C’erano venditori di pane, acqua e banane su tutta l’autostrada che attraversa Istanbul.
Il ponte che ci ha portato in Asia era davvero stracolmo di mezzi.
Lungo la strada una gran quantità’ di mezzi pesanti e pochissime auto con targa straniera.
E poi una miriade di bandiere rosse con la luna e la stella segno di un forte e imperante nazionalismo. Al momento l’unico segno di pericolo è stata la guida spericolata di molti automobilisti…

A tutti i nazionalisti di casa nostra invece vorrei dire che il mondo sarebbe più bello e più vivibile se si abolissero tutte le frontiere e ognuno di noi smettesse di pensare al proprio orticello. Il mondo è davvero straordinario e vario e le persone che lo abitano hanno tutte uguale dignità.

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Il viaggio continua…
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DAY 1: KAVALA – Greece

“Relax e un buon bagno”

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Coco on the road – Partenza

Siamo partiti…
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Patrocinio del Comune di Zafferana Etnea

Sono orgoglioso di poter annunciare di avere il sostegno e il patrocinio del Comune di Zafferana Etnea

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dalla pagina FB del Comune:

https://www.facebook.com/COMUNE-DI-ZAFFERANA-ETNEA-110686932300490/?ref=ts&fref=ts

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di preparativi, di visti e … di consoli

Ho fissato la partenza per il mio viaggio in giro per il mondo in moto! Ebbene sì, io, la mia moto, e per un tratto mia moglie, partiremo il 16 luglio 2016 alle ore 10.00 in punto.

Ma nella realtà di partenze ce ne sono state tante…

Sono partito il giorno che ho deciso di compiere il mio giro del mondo.

Sono partito ancora tutte le volte che ho dato vita ai vari preparativi.

Sono partito quando ho cominciato a pensare alle zone da attraversare e a cosa visitare.

Sono partito e ripartito ancora ogni volta che ho dovuto modificare il mio tragitto.

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In primo luogo ho cominciato con il segnare sulla mappa il possibile percorso: e mentre il pennarello correva sul foglio già stavo realizzando il mio sogno. Ovviamente il sogno è sempre tale e la realtà è cosa assai diversa, per cui ho cancellato via via i tratti in quelle zone difficilmente attraversabili.

La via da percorre negli stati del centro Asia non è stata facile. Tra le possibili rotte alla fine ha prevalso l’attraversare, dopo la Turchia, l’Iran per arrivare a Samarcanda. Impossibile quasi, invece, percorrere le strade cinesi. Per questo ho eliminato la Cina e ho cominciato a pensare di operare una scelta: andare verso Oriente e seguire la rotta a Sud verso Pakistan e India oppure virare a Nord lungo la Transiberiana.

Dopo giorni di riflessioni ho scelto il Nord, la via russa, anche per il fatto che ero già stato in India e Nepal e quindi andare a vedere terre nuove sarebbe stato per me più emozionante. In più la strada costeggia in qualche modo la Mongolia e questo è stato un’ulteriore spinta entusiasta solo all’idea di poter dormire in una yurta. Fare questo percorso mi avrebbe facilitato la possibilità di vedere il Giappone e successivamente la Corea.

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Una volta stilato il programma occorreva capire come affrontare la questione dei visti, uno dei problemi più critici dato che essi sono, tra le formalità burocratiche a cui il viaggiatore è sottoposto, le cose più difficili da ottenere. L’idea di fare viaggi dalla mia città verso Roma per chiedere ai vari consolati non mi è sembrata percorribile anche per via del tempo da impiegare, del dispendio di energie e non ultimo del costo. Decido quindi di affidarmi ad una agenzia.

Spediti i passaporti dopo meno di 20 giorni cominciano i primi veri problemi. Occorre chiedere un visto business per la Russia perché i trenta giorni del visto turistico, viaggiando in moto, potrebbero non bastare. Do indicazioni di procedere all’agenzia in tal senso affidandomi completamente alla loro competenza. L’agenzia romana provvede a farmi avere una lettera di invito e con questa viene presentata la relativa richiesta al consolato.

Quindici giorni dopo ricevo una telefonata dall’addetto dell’agenzia che in maniera perentoria mi annuncia che il visto era stato bloccato e che il console russo mi voleva vedere di persona. Non mi restava che prendere il primo volo per Roma e incontrare appunto il console.

Dopo un po’ di anticamera finalmente venivo ricevuto da un distinto signore dai capelli chiari che parlava bene l’italiano anche se con un forte accento russo e che ribadiva l’impossibilità per me di avere il visto con incluse tutte le città siberiane che avevo citato all’interno della richiesta scritta.

Dopo lunghi minuti di spiegazione e una volta chiarito l’equivoco, mi assicurava sul rilascio del visto con una nuova lettera di invito. Concludevamo così la conversazione con le mie richieste di informazioni relative alle strade ed al clima nel mese di settembre e lui con alcune domande sulla Sicilia e con una calorosa e salda stretta di mano.

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Dieci giorni dopo il visto era nuovamente bloccato, senza una ragione apparente. Di riprendere un secondo volo verso Roma non avevo nessuna voglia. Tempesto di telefonate il consolato e successivamente invio una serie di mail, senza poter parlare con il mio nuovo “amico console”. Disperato e quasi in procinto di rifare il biglietto aereo per Roma, faccio un ultimo tentativo: scrivo una mail in russo in caratteri cirillici.

Passo buona parte della notte a formare frasi semplici utilizzando “Google Traslate” e alle prime luci dell’alba invio, incrociando le dita, questa ultima mail. Alle 13.00 dello stesso giorno, incredibilmente, un addetto dell’agenzia mi chiama per dirmi finalmente che aveva il visto, con le scuse del Consolato per il disguido.

Un unico neo: hanno concesso un visto per soli 36 giorni con scadenza il giorno preciso in cui dovrei prendere il traghetto per il Giappone. Come dire: sarebbe forse bastato richiedere il solo visto turistico anche perché se la nave per il Giappone non dovesse salpare il 28 settembre prossimo, divento un clandestino in territorio russo.

In parallelo ho richiesto altri visti, alcuni dei quali vincolati all’ottenimento degli altri limitrofi: è il caso del Turkmenistan il quale visto viene rilasciato a condizione e dopo avere ottenuto quelli dell’Iran e dell’Uzbekistan, cioè il paese da cui si arriva e quello che si vuole raggiungere.

Il visto turkmeno va richiesto al consolato di Parigi che è competente per l’area italiana, ma diversi amici viaggiatori e anche alcune agenzie contattate mi danno indicazione che è di difficile ottenimento. Penso allora di richiederlo al consolato in Austria, ma questo mi rimanda nuovamente a quello parigino e successivamente a quello Inglese. Quest’ultimo mi stila l’elenco di tutti i documenti da fornire, quindi implicitamente penso che sia propenso al rilascio del permesso.

Il tempo passa e a soli venti giorni dalla partenza sarebbe stato davvero rischioso spedire i passaporti a Londra per la richiesta. Su indicazione di un’altra agenzia richiedo un visto turistico a prezzo maggiorato, senza conoscere però di quanto maggiorato…

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Non è stato difficile scoprirlo: circa 1100 dollari!!! Tutto ciò per attraversare il paese in tre giorni, con il supporto di un addetto turistico che mi scorta per l’intera permanenza: dalla frontiera all’albergo (incluso nel prezzo), l’indomani nuovamente lungo il percorso fino a Darvazza (dove vedrò i famosi crateri) dormendo in un campo tendato fino al terzo giorno accompagnandomi alla frontiera con l’Uzbekistan. Ovviamente in tutto questo l’unica cosa certa è quella di aver già versato all’agenzia turistica italiana la somma relativa al loro compenso. Il resto verrà pagato in loco in dollari ed in contanti determinando grossi dubbi sul possesso di moneta contante, sulle dichiarazioni alla frontiere e sul rischio di essere derubato dallo stesso funzionario prima ancora di lasciare il posto di frontiera.

Non ultimo, il rilascio della patente internazionale. Richiedendo informazioni in motorizzazione ho scoperto l’esistenza di ben due patenti internazionali: una che è prevista per la convenzione internazionale del 1968 e un’altra per quella del 1942.

Così chiedo quella più recente, pensando che fosse la più appropriata, salvo poi a scoprire che, per esempio, per il Giappone occorre avere quella del 1942 e che quindi dovrò partire dall’Italia con ben due patenti internazionali…

Intanto il 16 luglio si parte.

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Romania Gole di Bicaz, ricordi di viaggio

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Tour in Moto – Romania 2015

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Strade di Sicilia – 2014

 

 

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Viaggio in moto attraverso Albania, Macedonia e Bulgaria – Agosto 2013

 

Cambio della guardia al Palzzo Presidenziale di Sofia (Bulgaria)

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Gargano e Salento – 2012

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Balkanica – 2011

Viaggio in moto attraverso Albania, Grecia, Macedonia, Montenegro, Croazia, Bosnia Erzogovina

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Tour della Tunisia – Nel deserto fino a Ksar Ghilane (2010)

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Pirenei Tour – 2009

Attraverso i Pirenei, da Barcellona a Finisterre

 

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