Sono in Corea da pochi giorni e ho visto un po’ di cose.
Sbarcato a Donghae mi sono diretto verso Gyeongju e successivamente a Busan.
Oggi mi trovo a Seul in attesa di spedire la moto in Australia, per continuare lì il viaggio.
La Corea è un piccolo paese e allo stesso tempo un grande paese. Credo che il tenore di vita sia abbastanza alto, anche a giudicare dal costo di alberghi e ristoranti, e soprattutto per la grande quantità di auto di grossa cilindrata costosissime.
Viaggiare in Corea per un motociclista, e ancor di più per un motociclista italiano, è un tantino difficoltoso. Per cominciare le moto, di qualsiasi cilindrata, non hanno acceso alle autostrade, per cui bisogna andare in strade piene di traffico, il che rende davvero impossibile compiere percorsi mediamente lunghi.
In particolare per andare da Busan a Seul, la cui distanza è di circa 400 Km, ho impiegato qualcosa come 12 ore di viaggio.
Partito alle 7.00 da Busan ho imboccato una di queste strade, diciamo veloci, sulle quali però la velocità massima consentita è di 80 km/h, che diventa un sogno, visto che ogni kilometro circa c’è un semaforo che ti costringe a stare fermo per una diecina di minuti almeno. Dopo circa 50 km questa strada comunque finisce e cominciano delle stradine secondarie, di montagna dove la velocità massima scenda ancora. In realtà quando mi sono accorto che era cambiato il tipo di strada ho avuto paura che il mio navigatore si fosse sbagliato, così ho chiesto di indicarmi una “good direction for Seul”. Dopo un’ora e mezza circa e una sessantina di km percorsi, mi sono accorto che le indicazioni fornite erano contrastanti e fuorvianti, perché ero esattamente nello stesso posto di sessanta km prima.
Fortunatamente ho incontrato due bmwisti coreani che mi hanno suggerito di seguirli. Loro mi hanno detto che avrebbero fatto strade di montagna, ma con assenza quasi assoluta di traffico e poi ad un certo punto mi avrebbero indicato la giusta direzione. Niente di meglio!!!
E’ stato magnifico poter scoprire angoli della Corea che difficilmente potranno essere visitati da un turista. Ancora di più con loro ho potuto assaggiare dell’ottimo cibo coreano all’interno di un mercato nella città di Andong. Inutile dire che ho apprezzato la cordialità e la simpatia di questi nuovi amici.
Dopo pranzo mi hanno accompagnato sulla giustadirettiva per Seul, una bella strada a due corsie, che sempre a 80 km/h mi ha portato velocissimamente a 50 km dalla città. Qui purtroppo per me è cominciata la fila più lunga della mia vita. E vi assicuro che è stata una esperienza davvero stressante. E ancora più stressante è stato guidare in una megalopoli da 10 milioni di abitanti. Sbagliare un incrocio o prendere una rampa diversa può comportare di allungare il tragitto di 10 o 20 chilometri.
In Corea le stranezze non sono finite. Una delle prime che ho notato è che non c’è possibilità per gli stranieri di acquistare una scheda telefonica locale in modo da poter avere sempre a disposizione un collegamento internet, anche perché la mia scheda Vodafone italiana non viene presa in carico dalle reti locali. Questo mi ha comportato una gran quantità di fastidi soprattutto per non poter consultare le mappe on line. Mappe che Google ha solo in coreano e che Bing ha ma molto approssimative. Inutile cercare una mappa cartacea con caratteri comprensibili.
Le stranezze a tavola sono innumerevoli. La cucina coreana è molto simile a quella cinese e il più delle volte con profumi e gusti lontanissimi da quelli a cui sono abituato, per non parlare del fatto che normalmente viene consumata la carne di cane e per un occidentale è davvero difficile stabilire se il ristorante che si è deciso di provare ne fa o meno uso. L’alternativa sono i noodles, una specie di spaghettocondito anche questo in maniera alquanto strana. C’è la possibilità di acquistarli già pronti nei supermercati. Prendi una confezione di questi al gusto del “non si sa che cosa” la apri, aggiungi acqua calda, e i condimenti che trovi nella confezione e metti tutto nel microonde (fornito dallo stesso supermercato) per un paio di minuti. Ed ecco che il pasto è servito, caldo e fumante…… da consumare nella stessa confezione con le apposite…. bacchette.
A proposito di bacchette vi assicuro che per me è impossibile mangiare in quel modo e, in un qualche modo è difficoltoso anche per loro, perché mi sono accorto che tutti mangiano chini sul piatto spingendo con le bacchette il cibo dentro la bocca, aggiungendo rumoracci e risucchi poco gradevoli.
Ma la stranezza più stranezza di tutte è in bagno. Noi occidentali ci vantiamo di aver inventato il bidet, ma qui si possono vantare di aver inventato la tazza-bidet. Ovvero un bagno completamente computerizzato, dove basta pigiare dei pulsanti a lato della tazza, per avere tutte le funzioni possibili e immaginabili, con getti orizzontali e verticali, sciacquoni di diversa intensità… insomma fa tutto lei, la tazza.!!!
La Corea è un gran bel paese, ma lontanissimo anni lucidal modo in cui sono abituato, il mio essere mediterraneo mi ha fatto star bene in gran parte dei paesi fino ad ora visitati in questo viaggio , ma qui ho qualche problema di adattamento……
E il viaggio continua….