La cartina geografica indicava senza ombra di dubbio che ero in Estremo Oriente, ma a Vladivostok l’Oriente non si sentiva.
Eppure c’ero.
Ma nel giro di poche ore tutto è cambiato. Quando sono salito sul traghetto che da Vladivostok mi ha portato a Danghae (Corea del sud), mi hanno assegnato una cabina in classe economica, condivisa e senza bagno ma soprattutto con i “tatami” ovvero delle semplici stuoie al posto del letto.
Troppo Oriente in un colpo solo.
Così ho deciso di andare a protestare per farmi cambiare la sistemazione con una cuccetta o qualcosa che assomigliasse ad un letto. Mi hanno detto di attendere e dopo che si sono sistemati tutti i passeggeri mi hanno dato la possibilità di effettuare il cambio. Mi hanno mostrato una cabina piccolissima, senza aria con 7 loculi, uno era il mio, da dividere con altri sei amanti del letto….
Ho scelto il “tatami”.
La sera la cena è davvero luculliana: un buffet , dove con 10.000 won ti mangi ciò che vuoi e nella quantità che preferisci..ma non ci sono le bevande, queste vanno consumate al Bar.
Cena coreana a base di non so che cosa esattamente.
Io ho assaggiato di tutto, i sapori sono del tutto nuovi ed inaspettati, si passa dal piccante al dolce e ancora al salato senza una logica precisa e tutto viene annaffiato da una brodaglia calda, che stempera sia il piccante che il troppo dolce.
Inutile dire che non ho chiuso occhio durante la notte, in primo luogo perchè ho avuto qualche difficoltà a digerire quello che avevo mangiato, in secondo luogo perché un ragazzo che dormiva accanto a me aveva pensato bene di alzare il gomito durante la sera e tutta la notte ha avuto un sonno molto agitato e in ultimo perché il “tatami” non può dirsi certo una comoda sistemazione.
Ciò che ho sempre immaginato dell’Oriente durante la traversate in nave si è magicamente materializzato.
Cinesi, coreani e giapponesi hanno invaso praticamente la nave e si sono spartiti i pochi spazi disponibili, chi per imbandire delle tavole con i cibi più strani, chi per giocare a carte tutta la notte, emettendo suoni gutturali che mal si addicono ad un sonno leggero.
Ancora una nota di colore quasi tutti mangiano chinandosi sul piatto o sulla tazza, probabilmente in un gesto che aiuta ed accompagna le tipiche bacchette e il tutto viene accompagnato da rumorosissimi risucchi.
All’arrivo a Donghae vengo subito spiazzato dalla città. Non riesco a capire le strade, non riesco a capire le insegne e…… nel cercare un qualsiasi negozio c’è da perdere gli occhi. Noi siamo abituati a vedere le strade in senso orizzontale, per cui abbiamo difficoltà a capire i negozi per esempio che si sovrappongono verticalmente l’uno sull’altro e ancora con caratteri delle insegne davvero indecifrabili.
Unica nota positiva, se così si può dire, è che le persone che incontri per strada sono gentilissime, peccato che nessuno parli inglese e peccato che non si rendano conto che non capisci ciò che dicono e continuano imperterriti a darti spiegazioni…. I suoni delle parole sono per la gran parte accentati sull’ultima sillaba….. e tu che non hai capito niente chini la testa e sorridi….