Quando siamo arrivati a Khiva, era tardo pomeriggio ed abbiamo trovato difficoltà per entrare nella cittadella e trovare l’hotel ma quando, un paio d’ore dopo, siamo usciti per cenare e vedere dove eravamo capitati, l’impressione è stata quella di entrare in un sogno. Strade, madrasse, moschee, minareti, mausolei erano lì, come da sempre, immutabili.
Abbiamo cenato in una madrassa, una cena uzbeka a base di plov e nun, circondati da un passato che era, incredibilmente, il nostro presente.
Il giorno dopo, fatta la visita ad ogni più piccolo angolo di Khiva, abbiamo trovato il loro colorato mercato e avuto mille incontri con la gente. Niente di più bello che mangiare negli stessi ristorantini (se così si possono chiamare) dentro il mercato rionale con gli uzbeki che ci guardavano entrare e mangiare con loro, stupiti e divertiti allo stesso tempo.
E’ questo il nostro viaggio: un viaggio del cuore, una continua scoperta dell’umanità più varia, una continua condivisione con perfetti sconosciuti di sentimenti ed emozioni.